Tutti e tutte noi conosciamo l’Orchidea e la sua grazia quasi magica, ma in pochi forse le leggende che orbitano attorno a questo seducente fiore.
La prima tra tutte risale ad un tempo lontano che ha a che fare con i Miti della nostra cultura e che ci vengono incontro quando e se, ci diamo il permesso di analizzare le nostre esistenze attraverso questi archetipi.
Nella mitologia greca, Orchis era un giovane greco, bellissimo, androgino e molto intraprendente con le donne. La sua bellezza era potente in quanto era figlio di una Ninfa e la sua eroticità proveniva invece dal padre, che era un satiro dei boschi, esseri noti per la loro irrazionalità e focosità. Orchis pensava di potersi permettere tutto e utilizzando la sua bellezza, si dava alla pazza gioia con le giovanette più affascinanti e graziose. Ma accadde un fatto irreparabile.
Durante una festa in onore di Dionisio, s’invaghì perdutamente di una sacerdotessa del dio preposta al culto e il suo tentativo di sedurla fu talmente incontenibile da avvicinarsi molto ad un tentativo di violentarla. Commettendo così un sacrilegio.
Per Dioniso questo fu inaccettabile, e la vendetta del dio fu impietosa.
Orchis pensava di potersi sottrarre alla vendetta delle potentissime Moire che punivano gli abusi causati dal desiderio di onnipotenza, ma invece il ragazzo venne selvaggiamente sbranato da belve feroci.
Nonostante fosse stato oltraggioso, le altre divinità non accettarono che il bellissimo Orchis potesse essere dimenticato, e vollero preservare il suo ricordo.
Fecero dunque si che dai suoi resti, nascesse un fiore che nella parte sotterranea della sua pianticella, riproducesse nei due bulbi, le appendici anatomiche maschili, causa della sua libido e della conseguente disgrazia.
Nacque così la prima Orchidea, che di Orchis rispecchia la bellezza e non solo quella.
Qualche anno più tardi Teofrasto, considerato il più grande botanico dell’antichità vissuto tra IV e III secolo a.C., inserì Orchis, il giovane focoso e bello, nella sua Historia Plantarum.
Fu probabilmente ispirato dall'apparato radicale di questa specie che infatti presenta due rizotuberi ovali che ricordano l’apparato genitale maschile, proprio il responsabile dell’atto passionale che costò la vita a Orchis.
L’etimo della parola orchidea è il greco “orchis” che significa “testicolo” appunto.
Questa caratteristica ha contribuito ad alimentare credenze popolari che attribuivano loro, erroneamente, poteri afrodisiaci e curativi della sterilità femminile.
Oltre che come afrodisiaco il suo uso è legato anche a scopi terapeutici in qualità di ricostituente e integratore alimentare soprattutto per i bambini e presso alcune culture, sebbene col tempo queste proprietà si siano rivelate del tutto inesistenti. In alcune parti dell’Africa e del Medio Oriente è utilizzato ancora.
Non tutti sanno che la vaniglia che usiamo per dolci è essa stessa un’orchidea. Nasce nelle regioni a clima tropicale ed è utilizzata dai tempi degli Aztechi per aromatizzare il chocolatl, la bevanda che conquistò il palato dei conquistadores spagnoli alla corte di Montezuma, nel XVI secolo.
Il prodotto più famoso è il Salep, una farina che si ottiene dai tuberi di alcuni tipi di orchidea, raccolti, lavati ed essiccati al sole. In Grecia e in Turchia con questa farina si ottiene una bevanda simile al ginseng e viene usata come addensante nella produzione di gelati (il dundurma turco e il kaimaki greco). Naturalmente questo utilizzo danneggia non poco la popolazione di orchidee spontanee. Tant’è vero che in Europa, dove la raccolta delle orchidee è vietata così pure il Salep, si usa un sostituto vegetale dalle stesse proprietà, la gomma guar, per soddisfare la richiesta sul mercato soprattutto tedesco da parte di persone prettamente di origine turca e greca.
Il prossimo Lunedì 8 e Mercoledì 10 MARZO orario 18.30 - 20
staremo insieme per praticare il Sumi-e Experience Workshop
sul tema dell' orchidea giapponese.
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Ti aspetto
Filippo
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